Gruppo A

Il diffondersi del procedere per iscritto e i suoi promotori nell'Italia settentrionale
(secoli XI - XIII).

Direttore: Professor Dr. Hagen Keller

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Il gruppo A

  1. Descrizione generale
  2. Pubblicazioni del gruppo in miscellanee
  3. Pubblicazioni dei collaboratori su temi relativi alle ricerche del gruppo
  4. Monografie comprese nella collana "Gesellschaft, Kultur und Schrift. Mediävistische Beiträge",
    a cura di Hagen Keller
  5. Indirizzo

I. Descrizione generale

Il gruppo A del Sonderforschungsbereich 231 si occupa dal 1986 di studiare la diffusione della scrittura a scopi pratici e lo sviluppo di nuove tecniche culturali basate sull'uso della scrittura nei Comuni italiani e nei territori circostanti attraverso l'esame alcuni casi esemplari. L'ambito geografico delle ricerche comprende soprattutto Milano e le città limitrofe. Laddove si renda necessario per far luce su una determinata questione o per una precisazione dei risultati attraverso un confronto fra diverse località, vengono però incluse anche fonti di tutta l'Italia settentrionale e della Toscana. Dal punto di vista cronologico le ricerche finora condotte si sono concentrate sul periodo che va dal tardo XII a tutto il XIII secolo; singoli studi consistenti nello spoglio di importanti fondi arrivano ad abbracciare anche il secolo XI e la prima metà del XIV.
La ricerca è dedicata soprattutto alle nuove forme di uso della scrittura nei campi della politica, della prassi legislativa e giuridica, dell'amministrazione del comune e del suo territorio, della contabilità cittadina e mercantile, nonchè dell'organizzazione di istituzioni ecclesiastiche e di gruppi sociali. In questi ambiti il processo di diffusione del procedere per iscritto rivela un'intensità e una dinamica che non trovano paragoni paragoni nel resto d'Europa. Il medium scrittura viene a comprendere e compenetra campi della vita civile nei quali in periodi precedenti non era utilizzato affatto o lo era solo occasionalmente; la parola scritta conquista nel corso dei secoli XII e XIII un valore che non le era mai stato ascritto prima. Il carattere 'prammatico' delle forme studiate consiste specificatamente nell'atto del fissare in forma scritta e quindi garantire i rapporti giuridici; risalta perciò la connessione tra diffusione della scrittura da un lato e mutamenti del tessuto sociale ed inizi di una ristrutturazione politica dall'altro.

Il fatto che i protagonisti della diffusione del procedere per iscritto - contrariamente a quanto avvenne nel resto d'Europa - fossero prevalentemente laici che avevano parte attiva alla vita pubblica e politica dei Comuni, solleva inoltre la questione se alla base degli sviluppi constatati vi sia stato anche un profondo mutamento nelle strutture mentali. Vengono perciò studiate anche le premesse e gli effetti del procedere per iscritto rilevabili nell'evolversi dei modi di recepire la realtà come anche nella visione del mondo e nella coscienza di sè dei contemporanei, in misura particolare nella percezione e rappresentazione della propria storia e del proprio presente.

Le ricerche del gruppo A possono essere così ricondotte alla triplice questione su cui vertono tutti gli studi del Sonderforschungsbereich:

1. La descrizione dei campi sempre più vasti nei quali si fece ricorso alla scrittura in relazione ai suoi settori di impiego rimane uno dei compiti costanti, nonostante il materiale si presenti in gran parte omogeneo. Ad una lettura più attenta delle fonti, infatti, più che la massa delle testimonianze giunte fino a noi è proprio ciò che non ci è pervenuto, ma la cui esistenza troviamo menzionata, a colpire l'occhio. Solo una ricostruzione provvisoria di quanto fu scritto, trascritto, distrutto e perduto può fornire un'idea approssimativa di quale estensione l'impiego della scrittura abbia effettivamente raggiunto.

2. In un'ottica intersettoriale viene condotta l'analisi dei diversi tipi di scritture e modi d'impiegare la scrittura. Anche a questo riguardo nel periodo preso in considerazione si può constatare un notevole processo di differenziazione, dal quale risultò una grande quantità di nuovi tipi di documento e che venne a toccare anche aspetti esteriori delle scritture, dall'ordine dato a ciò che si scriveva, alla forma delle prove processuali fino a giungere a nuove forme di elaborazione e descrizione di fatti.

3. Lo studio di campi e forme del procedere per iscritto non può escludere la questione della funzione assunta dalle diverse scritture, questione che sorge spontaneamente se si presuppone che il diffondersi dell'uso della scrittura sia stato un indicatore del differenziarsi di esigenze sociali.

Assieme alle testimonianze del diffondersi della scrittura prodotte e tramandateci dai promotori di questo processo, va anche studiata intensamente la cerchia stessa di quelle persone. Si tratta di individuare per mezzo di metodi idonei sia i gruppi di individui incaricati in prima persona della produzione di scritture sia le istituzioni che si fecero promotrici del processo, in primo luogo i Comuni, definendone il ruolo specifico. Tra i laici letterati di cui si hanno testimonianze per l'Italia dell'alto medioevo, le fonti mettono in risalto naturalmente soprattutto notai, giudici, funzionari comunali, gruppo dal quale non di rado provennero anche autori di trattati, opere storiografiche e poetiche. Il Comune si rivela essere un punto di partenza particolarmente favorevole per le ricerche che, a partire dal processo di diffusione del procedere per iscritto in senso più stretto, intendono abbracciare anche la storia sociale, culturale e delle istituzioni.

I lavori del gruppo si sono concentrati in un primo tempo sull'oggetto sul quale confluiscono tutte le questioni relative all'impiego della scrittura nel mondo comunale: i codici statutari in cui tutte le comunità cittadine dell'Italia settentrionale codificarono il loro diritto agli inizi del XIII secolo. Sull'esempio dei codici statutari di Como, Lodi, Novara Pavia e Voghera è possibile seguire concretamente il processo di diffusione della scrittura: a partire dai brevi di giuramento orali degli ufficiali comunali e da singole decisioni collettive fino ad arrivare al codice di leggi suddiviso per temi. L'analisi di redazioni successive - fenomeno tipico per la prassi statutaria italiana - rivela come l'impulso a fissare in forma scritta sia stato dato spesso da mutamenti politici e permette quindi di giungere ad affermazioni paradigmatiche sul modo di adoperare la parola scritta. Sull'esempio dell'inserimento di leggi contro gli eretici negli statuti comunali si dimostra come la scrittura sia stata impiegata nel corso del secolo XIII sempre più consono come correttivo e a scopo di controllo. Sulla base di due codici degli anni 1228 e 1276 è stata ricostruita la legislazione comunale di Verona e la sua traduzione nella forma scritta. Sull'esempio di Vercelli è stato studiato il valore del diritto scritto attraverso la minuziosa analisi di tracce d'uso rilevate nei testi. In un ampio studio su tutti i testi di carattere statutario conservati relativi alla città di Bergamo e al contado si è analizzato come i regolamenti del comune si siano intersecati con quelli delle arti, delle società d'armi, dei comuni rurali etc., arrivando a conclusioni fondamentali per quanto riguarda la normativa statutaria e la comprensione delle sue tecniche.

A partire dal codice statutario, di cui sempre più chiaramente si è rivelato costituire solo una parte di un complicato intreccio di scritture giuridico-amministrative, l'attenzione si è mano a mano estesa a tutto lo spettro delle scritture comunali. Perciò, in un secondo passo della ricerca, sono stati presi in esame soprattutto singoli settori della vita comunale per scoprire in quale misura essi siano stati compenetrati dalle tecniche basate sulla scrittura. In molti di questi settori è stato possibile osservare una volontà sempre crescente di registrare e ordinare materie complesse, nonchè l'intenzione di pianificare e controllare le procedure amministrative. La fiducia nell'efficacia del fissare per iscritto si è rivelata praticamente illimitata. Le ricerche sulle scritture comunali vengono anche proseguite con uno studio delle più importanti Artes notariae in relazione a forma e struttura delle scritture più correnti. Nell'intento di chiarire singoli aspetti fondamentali per una classificazine sistematica dei fenomeni, singoli studi sono stati dedicati da un lato alle scritture degli inquisitori, dall'altro a alle forme di elaborazione di informazioni nelle scritture mercantili.

Mentre la produzione dei grandi Comuni, nonostante la presenza di singoli fondi di notevole mole, ci è pervenuta in modo generalmente frammentario, altre istituzioni minori costituite su modello consorziale presentano spesso una tradizione completa ed anche molto densa, che permette anche di quantificare i fenomeni rilevati. A partire da studi dei fondi documentari del capitolo del duomo di Novara, del comune rurale di Chiavenna (di cui è stata esaminata anche una serie di libri dei conti), del comune di Modena e del santuario di S. Maria di Monte Velate/Varese, condotti sotto prospettive differenti, sono state elaborate alcune monografie che hanno portato conoscenze prezione sull'intersezione tra mutamenti sociali ad alto potenziale conflittuale e l'incremento e il differenziarsi di scritture, adoperate spesso a scopo preventivo. In questi studi risalta anche il ruolo delle persone capaci di scrivere, specialmente dei notai, di cui si coglie l'ambiente specifico concreto.

A singoli protagonisti del diffondersi del procedere per iscritto sono dedicate ricerche sulla storiografia nella zona di Milano. Uno studio sull'opera del grammatico Bonvesin de la Riva mette in luce un modo nuovo e 'scientifico' di comprendere la realtà da parte dell'autore, il quale non solo recepisce in modo completo e verficabile la tradizione storiografica milanese, ma documenta anche il suo resoconto sul proprio ambiente di vita, il comune appunto, attraverso indicazioni statistiche. La questione dell'intenzione e della funzione di testi storiografici è al centro di un ampio studio sulla storiografia milanese dei secoli centrali del medioevo, che mette in risalto ancora una volta mutamenti significativi avvenuti nel secolo XIII.

Per i prossimi anni il programma si concentra soprattutto sui gruppi dei promotori che sono al centro della diffusione della scrittura. La banca di dati "Funzionari comunali milanesi" sarà elaborata per scoprire i nessi tra il consolidarsi del regime comunale e il processo di diffusione della scrittura, e per rispondere alla domanda in che misura singole funzioni / singoli uffici e gruppi professionali possano essere già considerati come 'promotori transpersonali' di questo processo. Per un confronto verrà presa in esame anche la situazione di Como, per la quale si dispone di materiale particolarmente favorevole.


II. Pubblicazioni del gruppo in miscellanee

Hagen Keller - Jörg W. Busch (Hgg.): Statutencodices des 13. Jahrhunderts als Zeugen pragmatischer Schriftlichkeit. Die Handschriften von Como, Lodi, Novara, Pavia und Voghera (Münstersche Mittelalterschriften 64) München 1991.

Hagen Keller - Thomas Behrmann (Hgg.): Kommunales Schriftgut in Oberitalien. Formen, Funktionen, Überlieferung (Münstersche Mittelalterschriften 68) München 1995. [Riassunti dei contributi in italiano].

Hagen Keller - Marita Blattmann (Hgg.): Formen der Verschriftlichung und Strukturen der Überlieferung in Oberitalien. Studien über Gestalt, Funktionen und Tradierung kommunalen Schriftgutes (Münstersche Mittelalter-Schriften) [in preparazione].


Thomas Scharff - Thomas Behrmann (Hgg.), Bene vivere in communitate. Beiträge zum italienischen und deutschen Mittelalter. Hagen Keller zum 60. Geburtstag überreicht von seinen Schülerinnen und Schülern, Münster - New York - München - Berlin 1997. Riassunti di contributi


III. Pubblicazioni dei collaboratori su temi relativi alle ricerche del gruppo

La lista delle publicazioni dei collaboratori è in ordine alfabetico.


IV. Monografie comprese nella collana "Gesellschaft, Kultur und Schrift. Mediävistische Beiträge", a cura di Hagen Keller

Petra Koch, Die Statutengesetzgebung der Kommune Vercelli im 13. und 14. Jahrhundert. Untersuchungen zur Kodikologie, Genese und Benutzung der überlieferten Handschriften (Gesellschaft, Kultur und Schrift. Mediävistische Beiträge 1) Frankfurt am Main u.a. 1995.

Peter Lütke Westhues, Die Kommunalstatuten von Verona im 13. Jahrhundert. Formen und Funktionen von Recht und Schrift in einer oberitalienischen Kommune (Gesellschaft, Kultur und Schrift. Mediävistische Beiträge 2) Frankfurt am Main u.a. 1995.

Claudia Becker, Die Kommune Chiavenna im 12. und 13. Jahrhundert. Politisch-administrative Entwicklung und gesellschaftlicher Wandel in einer lombardischen Landgemeinde (Gesellschaft, Kultur und Schrift. Mediävistische Beiträge 3) Frankfurt am Main u.a. 1995.

Thomas Scharff, Häretikerverfolgung und Schriftlichkeit. Die Wirkung der Ketzergesetze auf die oberitalienischen Kommunalstatuten im 13. Jahrhundert (Gesellschaft, Kultur und Schrift. Mediävistische Beiträge 4) Frankfurt am Main u.a. 1996.


© SFB 231, Progetto A
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Ultime modifiche: luglio 1998